domenica 25 gennaio 2009

Esplsioni in cielo



Nel diagramma si può osservare come gli impatti di corpi celesti con la Terra (rappresentati dalle barre di color viola) , nei millenni sono andati diminuendo lasciando spazio alle esplosioni in aria (rappresentate dalle barre di color rosso). Questo dato potrebbe far pensare ragionevolmente all'intervento del macchinario alieno in difesa del pianeta, inoltre ci permette di stimare la sua costruzione tra il 30.000-10.000 A.c.
Certo queste informazioni possono essere fuorvianti, tuttavia prendiamo atto che da parecchie migliaia di anni a questa paerte la Terra non è più stata colpita da corpi celesti di grandi dimensioni. Un nuovo fenomeno, sempre più ricorrente, sembra prendere questo posto: l'esplosione in alta quota dei bolidi provenienti dallo spazio. Riporto di seguito alcuni esempi:

1) "Proiettili di ferro e nichel nelle zanne dei mammut di 30.000-34.000 mila anni fa. Sono schegge di meteoriti! Sono state trovate a centinaia, "incastonate" in zanne di mammut e ossa di bisonti siberiani, all'interno di piccoli fori (da 2 a 5 millimetri) di cui sono ricoperti i fossili nelle parti rivolte verso il cielo.


Le tracce di questa micidiale e mortale sventagliata cosmica sarebbe la prova concreta di una pioggia di meteoriti che si suppone essersi abbattuta sui territori di Russia e Alaska decine di migliaia di anni fa".
La vastità dei territori colpiti dai frammenti del meteorite suggerisce che la deflagrazione del meteorite deve essere avvenuta ad una quota molto alta.

2)Un meteorite, che colpì la zona dove ora si trova Chicago, potrebbe aver determinato l'aumento della temperatura che portò alla deglaciazione del Nord America. L'evento, datato 12.900 anni fa, è stato ricostruito dagli studi del geologo marino Jim Kennett e presentato al congresso della American Geophysical Union.
I frammenti del meteorite si sarebbero dispersi in una vasta area del nordamerica, come dimostrano una serie di crateri, arrivando fino al Belgio, provocando la fine della prima civiltà americana, quella dei paleo-indiani Clovis.Inoltre i carotaggi della Groenlandia indicano un improvviso aumento della temperatura di 20°C.
Nessun cratere d'impatto è però stato rinvenuto.

Vengono pubblicate altre notizie inerenti a questo fatto.

Una pioggia di meteoriti investi' la terra 12.900 anni fa con la potenza di migliaia
di bombe atomiche causando l'estinzione di mammuth, tigri dai denti a sciabola, bradipi giganti e quasi sterminando gli antichi indiani del Nord America. E' quanto sostiene una ricerca dell'universita' dell'Oregon pubblicata su Science sulla base del ritrovamento di milioni di nano-diamanti (della grandezza di un milionesimo di millimetro) nella fascia che dall'Arizona al South Carolina risale il continente fino agli stati canadesi dell'Alberta e di Manitoba. Per ottenere queste pietre servono altissime temperature e una pressione fortissima, situazioni generate da una serie di esplosioni simile a quella verificatasi nel 1908 a Tunguska in Siberia dall'impatto di un meteorite che polverizzo' una foresta in un diametro di 5 chilometri. Doug Kenneth, il capo del team, ha spiegato che questi nano-diamanti sono stati ritrovati in gran quantita' negli strati di terra corrispondenti a 12.900 anni fa quando oltre alla deflagrazione distruttiva la polvere sollevata in cielo causo' anche una mini era glaciale durata circa 1.300 anni. Un periodo in cui nei sedimenti non si trovano piu' tracce dei grandi animali e minime degli indiani Clovis.


3)Rouben Surenian, del Geologische Budensanstal di Vienna, determinò, in base all’analisi cristallografica dei campioni di suolo ed in base alla conformazione di bocche e di pareti delle bolle delle pomici, che a circa 11 km da Koefels nel Tirolo austriaco, in epoca post glaciale si verificò l’esplosione a bassa quota di un corpo celeste che provocò una frana di vaste proporzioni. Nell’area nessun cratere d’impatto è stato mai trovato e l’evento è comunemente datato 8.000 a.C.
4) La cometa che funestò i Romani
Una cometa responsabile del crollo dell’Impero romano: è questa l’ipotesi illustrata da Mike Baillie, della Queen’s University di Belfast nel corso del convegno dell’Associazione per lo sviluppo delle scienze svoltosi nei giorni scorsi nella capitale irlandese. Secondo Baillie nel 540 d.C. si sarebbe verificata un’improvvisa diminuzione della temperatura terrestre, accompagnata da carestie e pestilenze. E ciò avrebbe messo in ginocchio l’economia dell’Impero. Lo studioso basa la sua ipotesi su alcune analisi condotte sulla vegetazione dei paesi nordici – Germania, Scandinavia, Siberia e Nord America – che sembrerebbero convalidare l’ipotesi del raffreddamento del clima. Questa variazione, suggerisce Baillie, potrebbe essere stata conseguenza della caduta sulla Terra di un gigantesco frammento di cometa. Non mancano ovviamente le contestazioni da parte degli storici: la crisi dell’Impero romano infatti sarebbe cominciata già nel 476 d.C. Ma Baillie replica: "Le carestie e le pestilenze furono il vero colpo di grazia". Non vi è traccia di crateri da impatto.